L’essere per accidente Il divino Aristotele, illustrando la metafisica di Platone, dedicava un capitolo “all’essere per accidente”. C’era di che impazzire: come era possibile questo “essere per accidente” in un pensiero logico e deduttivo per cui le cose o erano, o non erano, o erano in divenire? Impossibile, appunto, eppure ecco li Aristotele che lo illustrava. In verità, “l’essere per accidente” è stata la grande eredità dell’Antica Accademia di Atene, tanto che persino i senatori della Roma di oggi, non osiamo contare i secoli passati, ci sono andati dritti a sbattere. Vogliono riformare il loro stesso Senato in maniera formidabile per eliminare costi superflui e dare più fiducia ai bravi cittadini? E guardate, sono inciampati su un semplice accidente di percorso come quello dell’immunità, se si vuole, un dettaglio. Anche in questo caso, possibile che tutta una meravigliosa costruzione elaborata da menti finissime, quella del ministro Boschi e del senatore Romani, quella del presidente Calderoli e della senatrice Finocchiaro, cada al suolo come una mela bacata? E pure è quanto sta accadendo. Purtroppo la questione delle nuove competenze del Senato, o quali che siano, presenta un possibile difetto. Essendo il Senato non più eletto direttamente, ma formato da membri di altre assemblee, i senatori godranno degli stessi riconoscimenti che la Costituzione riconosce ai membri del Parlamento o meno? Se no, il Senato diventerà inevitabilmente pleonastico, tanto valeva abolirlo. Se si, si creerà una discrepanza preoccupante all’interno delle assemblee in cui i senatori sono stati eletti. Questi saranno diversi dai loro colleghi, nonostante le stesse competenze nelle amministrazioni dei comuni e delle Regioni. Sai che garanzia per i nostri buoni cittadini abituati oramai ad uno scandalo locale ogni giorno. Ecco “l’essere per accidente” scatenato in tutta la sua potenza, come forse nemmeno riusciva ad immaginare la mente di Aristotele che non era proprio come quella del ministro Boschi. Va da sé, che tutto il quadro perfettamente disegnato si scompagini in un marasma di macchie e colori. Spettacolare il contributo della senatrice Finocchiaro: “Avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all'arresto e alle intercettazioni dovesse essere una sezione della Corte costituzionale e non il Parlamento. Valeva sia per il Senato sia per la Camera”, ha detto in un’intervista a “la Repubblica” e la senatrice Finocchiaro è persona che ha presieduto per anni la Commissione affari costituzionali di Palazzo Madama. Siamo davvero in buone mani, non ne discutiamo. Purtroppo non si sono rivelate salde e così per “accidente” accadrà che si fermeranno o loro sponte, perché non capiscono proprio cosa stanno scrivendo, o, altrimenti perché la Consulta inibirà tutto il meraviglioso lavoro svolto per sollevare un clamoroso difetto di costituzionalità. Un dannato accidente, insomma. Roma, 23 giugno 2014 |